MILANO, “IL SOGNO AMERICANO D’ITALIA”, MA A CHE PREZZO? La collaborazione tra pubblico e privato come soluzione per attrarre
“Dobbiamo fare in modo che non si perda il carattere di inclusività e accoglienza che ha sempre reso la città attrattiva”
Milano, 6 maggio 2024 – “Milano non era in quella categoria di città in crescita e di successo, ci è diventata grazie a una grande alleanza sociale che è andata dalla politica all’imprenditoria all’università – spiega Pierfrancesco Maran, Assessore alla Casa e Piano Quartieri Comune di Milano, intervenendo alla 22esima edizione della rassegna Futuro Direzione Nord presso Assolombarda a Milano. La kermesse è promossa dalla Fondazione Stelline insieme a Inrete, in collaborazione con Assolombarda e con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano -. Ora però dobbiamo passare al tema di costruzioni di prospettive. Lo strumento resta lo stesso: un’analisi sistemica su che città vogliamo. Se il turismo si mangia l’offerta che deve andare alla classe media è un problema e dobbiamo contrastarlo. Servono infrastrutture migliori e allargare la parte urbana della città, come vuole fare il progetto Mind dell’Università Statale”.
Occorre però partire da un’analisi delle cause, come sottolinea Paolo Franco, Assessore alla Casa e Housing Sociale Regione Lombardia: “L’edilizia popolare nasce per dare l’opportunità a chi ha bisogno di una casa, e si trova dopo 50 anni ad avere indici di numerosità del +50% con oltre 70 mila alloggi. Non possiamo pensare di poter continuare così. Oggi il mix abitativo è il vero tema, oltre a dare l’opportunità a chi eroga servizi di farlo”.
Al panel “Milano: The place to be, ma a che prezzo?” sono intervenuti anche Alessandra Zampieri, Director of Sustainable Resources European Commission Joint Research Centre, Marina Brambilla, Rettrice Università degli Studi di Milano Statale, Regina De Albertis, Presidente Assimpredil ANCE, Simone Dragone, Presidente MM Spa, Carlo Masseroli, Amministratore Delegato Nhood Services Italy, Fabio Cambiaghi, Direttore Business Unit Immobiliare CMB.
Come si lavora dunque sull’aspetto dell’abitare e come si garantisce questo servizio agli studenti? A questa domanda risponde Marina Brambilla, Rettrice Università degli Studi di Milano Statale, secondo cui è un problema di sistema, gli Atenei non possono agire da soli. “Come Statale, siamo una parte importante del problema perché abbiamo più di 60 mila studenti, e anche i nostri docenti hanno difficoltà. In questi anni abbiamo lavorato sugli edifici di nostra proprietà, ci siamo aperti ai finanziamenti Pnrr con cui abbiamo opzionato un numero di posti importante, ma la collaborazione con il privato resta centrale. Siamo un’università con obiettivi di realizzazione di un campus multicentrico, dove prevediamo anche la realizzazione di residenze. Dobbiamo cooperare per mantenere la città fascia media, e per questo serve anche l’aiuto da parte della politica, perché perderle è un problema non solo per l’Ateneo ma per la città stessa”.
Regina De Albertis, Presidente Assimpredil ANCE, parla di Milano come di una città che sta vivendo un momento cruciale. Da essere “il sogno americano d’Italia”, è diventata la città da cui una classe media sta andando via. “Tutti venivano qua con l’obiettivo di costruire il proprio futuro. Ora però dobbiamo fare in modo che non si perda il carattere di inclusività e accoglienza che l’ha sempre resa attrattiva. Siamo giunti a grandi trasformazioni urbane del territorio, ma abbiamo condizioni esterne critiche: i costi di costruzioni sono aumentati in un anno e mezzo del 30/35% e i tassi d’interesse sono alle stelle. Quindi tanti se ne sono andati. Come rispondere a tutto ciò? La formula giusta è la collaborazione tra pubblico e privato”.
Uno sguardo sul mondo privato lo ha portato anche Carlo Masseroli, Amministratore Delegato Nhood Services Italy: “Trovare il modello per consentire la realizzazione di alloggi a prezzi accessibili è la chiave della continuità del successo per le città attrattive. Né il pubblico da solo, né il privato da solo riescono a risolvere il problema. È necessario trovare forme efficaci di partenariato pubblico privato che tengano conto della sostenibilità economica per gli investitori. Solo così investimenti e competenze di player privati potranno essere utilizzati dalle pubbliche istituzioni in una prospettiva di interesse della collettività.”
“In passato c’era una grande solidarietà tra la città e l’hinterland, e questo dava una programmazione nella gestione delle aree che oggi non esiste – spiega Fabio Cambiaghi, Direttore Business Unit Immobiliare CMB –. Oggi il problema è che il costo di costruzione è aumentato tanto, soprattutto in centro città, ma siamo consapevoli che chi entra nell’edilizia accessibile deve avere la stessa qualità dell’edilizia libera e dunque sotto certi numeri non si scende. Occorre dunque coinvolgere anche il sistema bancario. Il nodo è fare cose insieme e creare opportunità di produzione”.
Simone Dragone, Presidente MM Spa, “L’Erp non basta a se stesso, ha senso se gestito in maniera coordinata. Il tema della casa – insieme a quello dei trasporti e del welfare – deve avere risposte rapide che abbiano respiro più ampio. In questo Paese abbiamo meno di un milione di alloggi popolari, quindi una percentuale minima, non a sostegno della classe media, spingendola fuori dalla città. Ci vuole dunque una politica coordinata tra Erp, Ers e altri strumenti per facilitare l’integrazione e la società per non perdere persone che sono fondamentali”.
“L’europea Bauhaus è l’anima del Green Deal che vuole avvicinare l’Europa alla vita dei cittadini per dare una messa in opera più pratica coinvolgendoli – spiega Alessandra Zampieri, Director of Sustainable Resources European Commission Joint Research Centre –. Il NEB si basa su tre parole chiave: bello, sostenibile e inclusione sia fisica che economica. E lo fa coinvolgendo l’interfaccia più vicina ai cittadini, ovvero i loro quartieri, dove si sente più forte l’urgenza di un’azione e dove l’impatto può avere una risonanza maggiore. Milano è presente con varie iniziative come l’European Urban che guarda ai problemi dei rifiuti urbani e all’esaurimento delle risorse. Insomma, anche questa città ha bisogno di integrare, rinnovare, di essere più inclusiva e rilanciare la bellezza, e lo dovrà fare in un ambito più internazionale con progetti che riguardano tutta l’Europa”.
Alessia Testori
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